Regia di Armando Marcolongo
Trama
I Due Dialoghi di Angelo Beolco detto il Ruzante proseguono il “progetto Ruzante di Teatrotergola”, iniziato con la Betia sotto la guida del mai dimenticato Lele Fanti. I testi utilizzati sono quelli che Lele ci aveva preparato adattando gli originali del Beolco e rendendoli più comprensibili al pubblico di oggi; anche la scelta degli attori è quella che Lele aveva indicato. Al giorno d’oggi si tende alla sperimentazione e noi abbiamo voluto sperimentare il classico, ovvero rappresentare il lavoro di Ruzante nel modo classico degli interpreti ruzantiani della seconda metà del novecento, da Costantino De Luca a De Bosio, dai fratelli Rolma a Lele Fanti, non dimenticare poi Milos Vucinic e Franco (Holzer) Salmaso che tanti consigli ci hanno dato in questi anni, dopo che Lele ci ha lasciato. Abbiamo lavorato duro con una lingua “straniera” che è diventata a poco a poco la nostra lingua, quella che i nostri padri parlavano tanti secoli fa, ma che ancora intravediamo nei nostri vecchi, non solo nelle campagne del “Pavan”, ma anche nei frequentatori delle piazze padovane e del Salon; una lingua dura, grezza, ma con una musicalità e una immediatezza e completezza dei significati che le lingue moderne non riescono ad ottenere se non con righe e righe di concetti. Una fatica che sarà sicuramente ripagata nell’essere i depositari di un teatro che non paga economicamente, ma paga umanamente in modo indescrivibile e rimane dentro il nostro cuore, nei nostri muscoli, nelle nostra pelle e nel nostro cervello. Noi che non siamo costretti a pensare al “magnar” quando facciamo teatro, possiamo prenderci il lusso di entrare nel teatro di Ruzante e rivivere quelle giornate fantastiche di cinquecento anni fa davanti ad Alvise Cornaro, nella splendida cornice della Sua Loggia. Grazie amici di esserci e di crederci, questa fatica la facciamo volentieri anche per chi, cresciuto assieme con la grande scuola Ruzantiana padovana, per motivi puramente di sopravvivenza hanno dovuto lasciare in un cassetto i loro sogni di ragazzi dello zio Quinto e della sua banda.
IL PARLAMENTO: Ruzante torna dalla guerra e viene a Venezia a cercare la sua donna, Gnua; lei nel frattempo si è accasata con gente facoltosa che non le fa mancare nulla e a quel tempo mangiare tutti i giorni era un lusso al quale non si poteva rinunciare; entra in scena Menato, il compare, al quale Ruzante racconta le sue vicissitudini in campo e che cerca di dissuaderlo da cercare la compagna; avviene l’incontro fra Ruzante e la Gnua e qui si vedrà cosa conta di più nella vita…
BILORA: Bilora contadino della profonda campagna padana, arriva in Venezia in cerca della sua compagna, Dina, portata via da un vecchio veneziano probabilmente un ricco usuraio ebreo; Bilora vuole riportarla a casa o almeno guadagnare qualcosa da questa partenza, e qui incontro barba Pitaro che si offre di fare da intermediario con il vecchio Andronico, nell’intento di un po’ di guadagno anch’egli; il vecchio però è troppo invaghito di Dina e non ha nessuna intenzione di lasciarla andare e Dina, memore della vita di stenti patita con Bilora e della sua indole violenta, non vuole certo tornare a casa; si aggiunge una figura emblematica, il servo Zane “che i serve tuti du!!!” Rimasto solo, Bilora decide che farà a modo suo e…
Note di regia
Angelo Beolco detto il Ruzante nasce a Pernumia nella campagna padovana nel 1496 e muore a Padova il 17 marzo 1542; figlio naturale di un medico, professore presso l’Università di Padova, ebbe una lunga e proficua collaborazione con l’amico Alvise Cornaro, ricco proprietario terriero e letterato, famoso anche per il carattere “laico” del suo operato; Alvise fece costruire nel giardino della sua villa a Padova, nei pressi della Basilica del Santo, un Odeo perché Ruzante presentasse al colto pubblico dei suoi amici le sue commedie; Ruzante è riconosciuto in tutto il mondo come uno dei fondatori del teatro moderno e dice di lui Dario Fo “…uno straordinario teatrante della mia terra, poco conosciuto anche in Italia ma che è senz’altro il più grande autore di teatro che l’Europa abbia avuto nel Rinascimento …”. Oltre alla Betia, ricordiamo fra le opere più conosciute I due dialoghi, La moscheta, La Pastorale, La Vaccaria, La Piovana e le due Orazioni.
Personaggi ed interpreti
Ruzante / Angelo Renier
Gnua / Monica Minotto
Menato / Marco Mazzucato
Il Bravo / Mauro Milanese
Ostessa / Roberta Cavinato
Staff
Armando Marcolongo / Regia
Maria Tacchetto / Monica Montecchio /Abiti di scena
Franca Maggiolo / Make Up
Teatrotergola / Scenografia
Sandro e Luisella / Eat and Drink
Piero Milanese Master-Team / Light and Sound
Teatrotergola / Special Effects Staff
Francesco Marcolongo / Mauro Milanese /Service